CLAUDIA PICCINNO, Il soffitto Cortometraggi d'altrove, La Lettera Scarlatta edizioni, 2016
Recensione a cura di Fabrizio Mugnaini
Non serve fare gli eroi, gli eroi sono altri, nessuno è indispensabile sul lavoro, sempre si riesce a trovare un valido sostituto. Purtroppo ieri ho peccato di superbia e oggi ne ho pagate abbondantemente le conseguenze. Immobile a letto per i forti dolori alle ossa. Cosa c’è di meglio se non leggere, leggere, leggere … Ho voluto rileggere i libri di Claudia Piccinno, già letti nelle va...canze estive, ma non gustati a fondo, ricordo il caldo eccessivo, confermato anche dalle note a lapis, “si bolle, riprendo domani”, “troppa fatica, il caldo mi sfinisce”. Li ho riletti oggi sotto il piumone con una temperatura decisamente diversa. Le dediche riportano la data 30/05/2016, ho fatto passare troppo tempo per scrivere due righe. Il soffitto – Cortometraggi d’altrove, La Lettera Scarlatta edizioni, mi ha subito intrigato per il modo della poetessa di vedere e ricordare le cose. Il soffitto, grande schermo bianco, dove scorrono, senza interruzioni, fotogrammi di vita vissuta rappresenta un cosmo esistenziale, un muto vulcano d’idee, una fucina ininterrotta di bollicine che si formano e poi evaporano. Mi ricorda il modo di osservare le cose quando mi distendo sul prato con le tartarughe e guardo, senza vedere, il cielo. Versi senza stilemi linguistici, senza orpelli, puri come l’acqua di fonte, limpidi come il mare della sua Puglia. Una tela bianca, pulita, dove scorrono immagini che i lettori possono ammirare da una finestra a tetto, non molto distante, ammirarne i colori ed annusarne gli odori. Un gioco abile di specchi dove l’uno rimanda all’altro senza mai interrompere questo veloce scambio di immagini, dove appare lo stesso poeta senza mai farsi riconoscere, insomma quella farfalla intrappolata ma ancora capace di battere le ali. Vedere le foto di Claudia si potrebbe pensare ad una poesia vivace, giocosa, allegra, invece in ogni verso traspare quel senso di malinconia, velata tristezza, nascosta mestizia, senza mai abbandonarsi ad uno scoramento, la sfiducia non si solidifica, ma prevale costantemente quel senso di speranza e confidenza con il prossimo. Le poesie più che intristirci ci fanno riflettere, ci aprono spazi inesplorati, incalzano con una lenta pressione, si fanno amare con la loro dolce musicalità. Carezze per il cuore e l’anima.
Recensione a cura di Fabrizio Mugnaini
Non serve fare gli eroi, gli eroi sono altri, nessuno è indispensabile sul lavoro, sempre si riesce a trovare un valido sostituto. Purtroppo ieri ho peccato di superbia e oggi ne ho pagate abbondantemente le conseguenze. Immobile a letto per i forti dolori alle ossa. Cosa c’è di meglio se non leggere, leggere, leggere … Ho voluto rileggere i libri di Claudia Piccinno, già letti nelle va...canze estive, ma non gustati a fondo, ricordo il caldo eccessivo, confermato anche dalle note a lapis, “si bolle, riprendo domani”, “troppa fatica, il caldo mi sfinisce”. Li ho riletti oggi sotto il piumone con una temperatura decisamente diversa. Le dediche riportano la data 30/05/2016, ho fatto passare troppo tempo per scrivere due righe. Il soffitto – Cortometraggi d’altrove, La Lettera Scarlatta edizioni, mi ha subito intrigato per il modo della poetessa di vedere e ricordare le cose. Il soffitto, grande schermo bianco, dove scorrono, senza interruzioni, fotogrammi di vita vissuta rappresenta un cosmo esistenziale, un muto vulcano d’idee, una fucina ininterrotta di bollicine che si formano e poi evaporano. Mi ricorda il modo di osservare le cose quando mi distendo sul prato con le tartarughe e guardo, senza vedere, il cielo. Versi senza stilemi linguistici, senza orpelli, puri come l’acqua di fonte, limpidi come il mare della sua Puglia. Una tela bianca, pulita, dove scorrono immagini che i lettori possono ammirare da una finestra a tetto, non molto distante, ammirarne i colori ed annusarne gli odori. Un gioco abile di specchi dove l’uno rimanda all’altro senza mai interrompere questo veloce scambio di immagini, dove appare lo stesso poeta senza mai farsi riconoscere, insomma quella farfalla intrappolata ma ancora capace di battere le ali. Vedere le foto di Claudia si potrebbe pensare ad una poesia vivace, giocosa, allegra, invece in ogni verso traspare quel senso di malinconia, velata tristezza, nascosta mestizia, senza mai abbandonarsi ad uno scoramento, la sfiducia non si solidifica, ma prevale costantemente quel senso di speranza e confidenza con il prossimo. Le poesie più che intristirci ci fanno riflettere, ci aprono spazi inesplorati, incalzano con una lenta pressione, si fanno amare con la loro dolce musicalità. Carezze per il cuore e l’anima.