E’ una singolare avventura spirituale soffermarci a leggere le due Sillogi di Claudia Piccinno: Il soffitto-Cortometraggi d’altrove (2^ ristampa con traduzione inglese ) e Ragnatele cremisi Ed. La Lettera Scarlatta . La nostra scrittrice indaga a fondo nel proprio labirinto spirituale e nello scrigno dei ricordi e si avvale di frasi che si mutano in luminose metafore, in struggenti richiami intimistici, etici, filosofici che si impregnano di grande tenerezza nei confronti dei tenaci affetti familiari o si collegano alla sofferenza dei derelitti del mondo divenendo aperta denuncia sociale, acuta introspezione, riflessione introspettiva. Lei non assoggetta la poesia a leggi di ritmo e versi, né la utilizza solo come linguaggio di fantasia, sentimento o passione ma ama trasfigurare il pensiero in metafore e immagini che destina a tutti per esprimere vita, commozione, valori ,amicizia . Ci rende partecipi di premonizioni che comunicano vertigini, squarciano ombre, assumono parvenza di profezia e ci rendono consapevoli che noi stessi possiamo essere angeli o diavoli e la nostra vera libertà sia proprio data dal voler effondere attorno a noi pienezza di luce e quindi di tenerezza, amore, perdono, pace ,solidarietà e non tenebre . Si avverte nitida la sensazione di condividere con la sensibilissima autrice risonanze, liricità, ricordi, attese, speranze, naufragi d’anima sospesi in bilico su una ragnatela o prigionieri di un arabesco d’ombre, simili a cortometraggi di vita solidificati nei ricordi, grazie a forti emozioni, intense inquietudini, trame di una realtà tanto spesso priva di gioia, di tenerezza, di ascolto e ricca invece di silenzi profondi, legami che stritolano ogni affetto sincero , privano di sicurezza, identità e libertà donne che in un tangibile o immaginaro burka non osano opporsi a chi non rispetta il loro diritto alla libertà e le costringe a sottomissioni, rinunce , violenze, sterili egoismi, voglia di vendette, inimicizie paure, esilii in un intrecciarsi color cremisi non solo costituiti da un puro pigmento di emozioni, ricordi del Salento e delli’infanzia lontana, umanità, straordinaria sensibilità ma anche caratterizzato da delusioni, dolore, rassegnazione, vivide speranze di pace, maggiore amore per gli altri e la natura e certezza di poter dar vita a un mondo migliore , anche se le speranze s’infrangono tra fitti e nauseanti nembi d’ignoranza, fragilità, pregiudizi, ottusità spirituale, sogni svaniti nel nulla, talenti dimenticati nell’oblio. Nella prima silloge “(Il soffitto) , le poesie hanno il sapore stesso della preghiera ed è evidente la ricerca interiore volta a scoprire che senso abbiano la sofferenza umana, la nostalgia e la speranza e perché l’uomo d’oggi stia divenendo sempre più fragile, inquieto, violento, incapace di amare e rispettare ogni altro e sia sempre più ipocrita, alienato, disumano, pronto a distruggere la natura, i suoi simili e se stesso. In copertina è la bellissima immagine di Gilda Swanson, che pur appartenendo a fotogrammi di film del cinema muto ancor oggi irradia il suo fascino immortale. E simili a fotogrammi, nei momenti di meditazione e silenzio si diramano ricordi legati al passato. Si delineano sogni da realizzare, pensiamo a migranti, a esuli, a spose bambine, alla crescente violenza sulle donne, ai " convegni di fate " e cioè a quei dialoghi tra gente che decide di formar delle cordate volte a esaltare talenti, umanità e pace perché gli uomini possano tornare a sorridere alla vita e credere tanto ai propri sogni da riuscir poi a realizzarli. Nella seconda silloge "Ragnatele cremisi " delinea forti e appassionati sentimenti di amore, odio, vita, analisi spietata della dura realtà condensata in un puro distillato di emozioni e poi affronta tematiche storiche e sociali , il dolore, la malattia, gli stupri, i bambini soldato, le donne uccise, spose bambine , la crescente barbarie e la palese carenza di lavoro e giustizia sociale. Eppure, nonostante tutto, l’umanità è riuscita, riesce e riuscirà a palesarsi , saprà squarciare il buio sempre più fitto , il silenzio saprà suggerire il desiderio della pace ed i grilli continueranno a cantare….la bellezza selvaggia e vera degli ulivi del Salento e della sua gente dignitosa e operosa e la grandezza dei suoi poeti capaci di far innamorare ancora chi legge le loro sillogi…… di una vita intessuta di pace, fede, verità, amicizia e speranza di un futuro migliore colorato non da fitto grigio ma da tutti gli altri colori dell’arcobaleno e non avvertiamo più " il vuoto di un pieno che ci manca" o " l’eco di voci perdute in un pulviscolo senza identità tra disamore e abbandono"……..mentre una danza pugliese annulla i fotogrammi senza stella sostituendo ad essi la luce di una fulgida speranza che cancella ostilità, incomprensioni, odio , violenza e ci rimette in connessione con un passato che intimamente ci appartiene ed a cui restano e resteranno abbarbicate le radici stesse del nostro vero essere .